

I bambini dei senza casa accampati da due settimane a Palazzo delle Aquile da ieri sono diventati trenta.
Emanuela Campofelice ha dato alla luce un maschietto che momentaneamente ha come tetto di casa quello di un Ospedale. Poi, quando la madre verrà dimessa, il neonato inizierà forse e non si sa per quanto la sua vita di piccolo palermitano nello stesso Palazzo nel quale per secoli si sono decisi, nel bene e nel male, i destini della città.
Il padre del neonato, Orazio, un gigante di quasi due metri, dal sorriso gentile e rassegnato, il 24 ottobre mi aveva chiesto di ritrarlo con la moglie e con il loro primo bambino. Poi, nel guardare le foto al computer le emozioni che avevo provato entrando nell'aula consiliare occupata mi si raddoppiarono.Sullo schermo, i grandi occhi malinconici della signora Emanuela ( v. foto ) rendevano materialmente tangibile la disperazione d'una giovane madre che dal 2004, dal tempo dello sfratto dalle case di via Mozambico, non era più riuscita a trovare una casa da cristiani per la sua famigliola di tre persone.
Quel 24 ottobre scorso, mezz'ora dopo averla fotografata nell'aula consiliare, Emanuela la ripresi nell'ambulanza che l'avrebbe portata al Civico per accertamenti clinici sul suo stato di gravidanza che aveva quasi raggiunto i nove mesi.
Ma il suo caso avevo continuato a seguirlo tornando a parlare più volte con gli altri suoi compagni e concittadini sfrattati. Finchè sepppi del parto trovando sulla cancellata della fontana un fiocco azzurro e la "partecipazione" che a piazza Pretoria annunciava la nascita di Litterio Campofelice, cittadino palermitano da due giorni e nel cui futuro pare che ci sia un container di via Messina Montagne, alla periferia di Villabate. In un campo profughi peraltro non ancora agibile e allestito dalla Protezione Civile per provvisori ricoveri in caso di calamità naturali. Da "La Repubblica" ho appreso che l'augurio più recente che Emanuela fa a sè e al suo nuovo bambino è l'eventualità di una permanenza in ospedale più lunga possibile.
Sul giornale c'è anche una grande foto dei due genitori e del neonato.
Il padre sorride, con quel sorriso che ormai e purtroppo gli conosco bene, ed ha indosso la stessa maglietta arancione che aveva il 24 ottobre. Immagine ancora più struggente se paragonata con quella che ritrae i due ragazzi Campofelice, senza casa ma già con un bambino di nemmeno due anni, in via Mozambico nel 2004. Accanto ai frammenti delle porte delle abitazioni di un palazzo alveare, dal quale erano stati fatti sloggiare con ferma decisione e che ancora una volta era destinato ad altri.