Deve andare a Palazzo delle Aquile chiunque voglia sapere come si possa "chiaramente", luminosamente ?, mortificare e danneggiare un soffitto barocco. Magari all'insaputa di ogni sovrintendenza e contravvenendo al rispetto che merita un'opera d'arte che è patrimonio cittadino. E in quello storico Palazzo nel quale, nel bene e nel male, da secoli si è amministrata Palermo sarà possibile vedere quel quadriforme "lampadario"di plastica bianca e verde farcita di neon che pende, non per miracolo, dalle tavole d'autore tramite quattro specie di tappi neri con altrettanti tiranti ( particolari ben visibili nel dileggio complessivo documentato dalla foto di Andrea Ardizzone ) impernati nel dipinto e collegati al muro da una perversa spirale nera che porta l'energia elettrica al tutto da una cassetta bianca di plastica. Per avere contezza dei particolari provate a ingrandire la foto. Noi continuiamo a non voler credere ai nostri occhi, magari ostinandoci a pensare che il soffitto sia solo realizzato in tavoloni di legno ricoperti da una carta da parati di quella che si compra a rotoli.Ci riserviamo uguali se non peggiori immagini del modo in cui si può mortificare un soffitto ligneo del settecento, ovviamente sempre nello stesso posto.
Beninteso, non sappiamo a quale amministrazione o giunta installatasi nel Palazzo di Città a partire dalla scoperta dei tubi al neon fino ai giorni nostri, sia da addebitare il danno. Esiste forse qualcuno che intervenendo ce lo possa dire?


















.jpg)









