venerdì 30 novembre 2007

Come umiliare un soffitto barocco?

Deve andare a Palazzo delle Aquile chiunque voglia sapere come si possa "chiaramente", luminosamente ?, mortificare e danneggiare un soffitto barocco. Magari all'insaputa di ogni sovrintendenza e contravvenendo al rispetto che merita un'opera d'arte che è patrimonio cittadino. E in quello storico Palazzo nel quale, nel bene e nel male, da secoli si è amministrata Palermo sarà possibile vedere quel quadriforme "lampadario"di plastica bianca e verde farcita di neon che pende, non per miracolo, dalle tavole d'autore tramite quattro specie di tappi neri con altrettanti tiranti ( particolari ben visibili nel dileggio complessivo documentato dalla foto di Andrea Ardizzone ) impernati nel dipinto e collegati al muro da una perversa spirale nera che porta l'energia elettrica al tutto da una cassetta bianca di plastica. Per avere contezza dei particolari provate a ingrandire la foto. Noi continuiamo a non voler credere ai nostri occhi, magari ostinandoci a pensare che il soffitto sia solo realizzato in tavoloni di legno ricoperti da una carta da parati di quella che si compra a rotoli.
Ci riserviamo uguali se non peggiori immagini del modo in cui si può mortificare un soffitto ligneo del settecento, ovviamente sempre nello stesso posto.
Beninteso, non sappiamo a quale amministrazione o giunta installatasi nel Palazzo di Città a partire dalla scoperta dei tubi al neon fino ai giorni nostri, sia da addebitare il danno. Esiste forse qualcuno che intervenendo ce lo possa dire?

giovedì 29 novembre 2007

Riaparazione scarpe lampo.

Di fattura assolutamente artigianale, il "cartello" affisso su una parete ai piedi del fatiscente palazzo Pietratagliata (ph. Lucio Forte) riporterà con nostalgia qualche sessantenne d'oggi al tempo in cui i ragazzi (meglio, alcuni ragazzi) possedevano solo il paio di scarpe che portavano ai piedi.
Allora, negli anni del dopoguerra e dintorni, chi aveva urgente bisogno di una riparazione si recava dal "ciabattino lampo", 'u scarparu. Che aveva sempre più di uno sgabello a disposizione di chi aveva bisogno di sostare brevemente in bottega. In attesa che il ciabattino riparasse, a tempo di record, le scarpe con le quali l'estemporaneo cliente poteva tornare impunemente a casa o, più felicemente, a continuare la partita di pallone improvvisamente interrotta per "impraticabilità di scarpe".

martedì 27 novembre 2007

via Vetriera

La fogna è scoppiata e il tanfo caratteristico del liquame maleodorante si stende da un capo all'altro della strada, da via Spasimo agli splendidi restauri d' angolo di via Alloro.
Due sedie ammoniscono le auto sul puzzolente pericolo. E intanto l'omino in fondo alla via siede accanto a un ventilatore, incomprensibile mentre novembre finisce. Nel settimo anno del terzo millennio palermitano,( Era Azzurra) il vecchietto siede davanti al rettangolo ritagliato nel muraglione, il vano che è la porta alla sua "casa",nuova ma provvisoria, in attesa cioè che al posto di quella ugualmente infame che le ruspe gli hanno abbattuto circa un mese fa qualcuno gliene costuisca una da cristiani.
Palermo Novembre, anno VII T. M. E.A.

lunedì 26 novembre 2007

Non siamo allo Zen o lungo le corsie laterali della circonvallazione verso Brancaccio.


Non siamo allo Zen o lungo le corsie laterali della circonvallazione verso Brancaccio. Siamo a Piazza San Giovanni Decollato, sotto Palazzo Reale e difronte Palazzo Sclafani, davanti la diroccata chiesa dedicato al santo senza testa e al cippo che ricorda un po' di vittime degli scontri borbonico-garibaldini. Il relitto d'automobile stà lì da un decennio, dalla morte del proprietario (un immigrato magrebino, defunto, ovviamente, senza parenti a cui servisse il mezzo): dopo svariate proteste, anche mie, all'inizio del 2007 i vigili hanno apposto il foglietto con "l'avvio del procedimento" per cercare proprietari ed eredi; quelli che abitiamo nella piazza abbiamo inutilmente fatto presente che il proprietario è morto e parenti non ce ne sono... Il motorino rubato invece l'hanno portato un paio di giorni fa... Dimenticavo, la squadra mobile dista cinquanta metri, il locale "alla moda" Palab 20...
Giuseppe Scuderi

mercoledì 21 novembre 2007

Il restauro dello stand Florio.

Sfogliando una vecchia copia del Giornale di Sicilia, era , se non sbaglio, il 16 novembre del 1987, ho appreso che lo stand Florio era stato appena restaurato a spese dell'assessorato regionale ai BB. CC.. E solo dopo l'insistente campagna combattuta a tal fine dalla benemerita associazione Salvare Palermo. Complessivamente per circa 300 milioni, compresa la recinzione.
Con il restauro doveva anche cambiare la destinazione dell' edificio, un tempo utilizzato per ospitare le crudeli gare di tiro al piccione o alle doppiamente disgraziate allodole. Innocue bestiole che, dopo essere state catturate con le reti, venivano liberate per essere impallinate da chi si poteva permettere tale "sport". Apro parentesi.( Nel 1944, quando i militari della Sabaudia spararono sulla folla di gente che davanti alla prefettura chiedeva "pane e pasta", la stampa coeva fece sapere anche che il giorno successivo a quella strage era in programma allo stand Florio una gara di tiro al volo, giusto alle allodole, se non ricordo male. Per partecipare, per avere cioè diritto a sparare ad una delle skylark amate e cantate da un grande poeta inglese, bisognava pagare 50 lire a colpo. Mentre era certo che quel giorno una copia di giornale costava lire DUE. Meditate sulle contraddizioni di Palermo, per favore.)
E, chiusa parentesi, devo dire che ora a che cosa serva il padiglione non saprei. So che qualche tempo fa era stato deciso di utilizzarlo per celebrarvi i matrimoni col rito civile. Si usa ancora a tal fine ? Quello che so per sicuro è che nel 2005, in una mia foto, il prospetto del restaurato padiglione era quello che allora ritrassi.

martedì 20 novembre 2007

De profundis ad te clamavi.

Da una panchina del Foro Italico, tra un birillo e un totem, un vecchio messaggio dal profondo di una situazione sempre attuale.

lunedì 19 novembre 2007

E sempre a proposito di sciacquoni, però municipali.


Quando i cessi , pardon, i nuovi servizi igienici del complesso monumentale dello Spasimo - proprietà del Comune di Palermo - furono aperti al pubblico a chiunque parve d'essersi all'improvviso trovato nelle toilette dell'Hilton. Tutte di marmo e di polita pietra. Dove, quando ci si voleva lavare le mani, bastava accostarle al rubinetto del lavabo. Immediatamente una cellula fotoelettrica notava la necessità di quel bisogno minimo e faceva scaturire un prolungato getto d'acqua dal rubinetto. Per non dire di quando i bisogni erano di un'altra portata. Lo sciacquone scattava, sempre per marchingegno elettronico, appena veniva richiusa la porta del vano in cui era stata soddisfatta più complessa esigenza.
Ora succede che da alcuni mesi le cellule dei gabinetti di decenza sono diventate cieche. Per cui delle due l'una: O si lascia lo sporco per il prossimo avventore oppure si segue, almeno per quanto riguarda i bagni delle signore, il consiglio-invito del cartello nella prima foto. La seconda foto attiene al bidone di plastica e alla "cannata", o boccale d'egual materia, con cui pescare l'acqua dal bidone per portarla giudiziosamente, - attenzione agli schizzi - nel vano del cosiddetto water.
Tutto questo mentre è risaputo che il magnifico complesso di Santa Maria dello Spasimo è meta sia di vip che di common people, nostrani o stranieri.
E a proposito di vip, ricordo che una volta visitò il complesso anche Hillary Clinton. A questo punto basta immaginare l'ex first lady che torna oggi a rivisitare il posto che le piacque tanto e che alla fine le scappi il bisognino. Certo è che non vorrei trovarmi nei panni del palermitano che, a conoscenza dell'inglese, si dovesse ritrovare a dover tradurre quel cartello-avviso all'illustre ospite, forse prossimo presidente Usa, invitata a quel modo a pescare dal bidone e tutto il resto............!!!!!!!!!!!

Per riempire lo sciacquone si confida nella pioggia.




Per riempire lo sciacquone si confida nella pioggia.
La foto è fatta sul retro di Palazzo Cesarò, davanti il SS. Salvatore in Corso Vittorio Emanuele.

Photo by
G.S

domenica 18 novembre 2007

La maratona 2007

Fine gara anticipato. Ai primi posti la pioggia e un maltempo che non ha dato pace.

I falchi,le colombe e l'anticamera.

I senza casa, che in ottobre occuparono l'aula consiliare del municipio, da qualche giorno hanno meno spazio in cronaca. I media li hanno divisi in falchi e colombe. E quello che si è saputo di loro più recentemente riguarda il fatto che i cosiddetti falchi hanno occupato un palazzo comunale di via Alloro, mentre le più miti colombe starebbero usufruendo di un alloggio in alberghi minori a spese del comune.
Non sappiamo dove sia finita la coppia di coniugi che, al tempo dell'occupazione, ha accettato di essere ritratta su una delle panche che stanno nell'anticamera di Sala delle Lapidi e che hanno per braccioli certi leoni in legno con una loro storia. Storia che ha particolari da paradosso rispetto alla vicenda dei senza casa. Almeno, a giudicare da quanto a chi scrive ha raccontato un commesso comunale che per anni fu di servizio davanti a tali sedili.Uno ormai in pensione, ma che non ha più dimenticato di aver visto su quelle stesse panche i palazzinari intenti a conversare, fitto fitto, con quanti furono considerati i responsabili del "sacco" che sparse di palazzoni la Conca d'Oro.

Adesso non sappiamo, come detto, dove sia finita quella drammatica coppia che per necessità di cose non potrebbe che rientrare tra le cosiddette colombe. Sarebbe doloroso ritrovarli, nelle stesse condizioni e dopo un eventuale mese di locanda, dentro un container.

sabato 17 novembre 2007

Stress

Qualche giorno fa hanno protestato anche loro. Uno dei manifestanti - davanti al palazzo del Governatore - mi ha detto che per il suo stress lavorativo un significativo aumento gli è più che dovuto.

E'ora di cambiare il mondo.

Oggi 17 novembre 2007. Malgrado la pioggia e il freddo, rimane sempre la giornata dei buoni propositi.

venerdì 16 novembre 2007

Il poliziotto di quartiere.

Da L'Ora del luglio 1986. I poliziotti di quartiere.Vuoi vedere che ci sono da 21 anni e ancora non ce ne siamo accorti?

giovedì 15 novembre 2007

Basta con i Gattopardi

Repubblica di martedì 13 novembre, intervista a Vincenzo Consolo: "Giuseppe Tomasi di Lampedusa... nel Gattopardo non fa altro che assolvere la classe nobiliare di cui fa parte. Quando dice che ai gattopardi succederanno le iene e gli sciacalli dimentica di aggiungere che quelle iene e quegli sciacalli li hanno allevati loro, gli aristocratici... Loro hanno armato la mafia nei loro feudi". Nello scorso maggio Antonio Presti ha "reinaugurato" la Finestra sul mare a Tusa (nella foto la gigantesca scultura di Consagra sulla Fiumara d'Arte) e lì ho sentito Consolo quasi urlare "Questa è la Sicilia, basta con i gattopardi".
Condivido.
Giuseppe Scuderi

mercoledì 14 novembre 2007

Il carovita

Dal terribile annunzio comparso sul più antico quotidiano cittadino il 20 ottobre del 1944, e di cui alla foto in alto, "carovita" è infausto termine che gli appartenenti a questa generazione hanno assai di rado , o quasi mai, letto sulle pagine di un giornale. Mentre per i sessantenni d'oggi "carovita" è termine dimenticato o quanto meno assai desueto da molti anni. Una parola che comunque susciterà tristi ricordi - e le considerazioni conseguenti - in quanti di "carovita" leggeranno oggi sulle pagine dei quotidiani. Su quelli che riprenderano il contenuto del seguente lancio di ufficio stampa comunale e del quale si può venire a conoscenza tramite la relativa newsletter del 13 novembre 2007:

LOTTA AL CARO-VITA E TRASPARENZA DEI PREZZI, MINEO PRESENTA LE INIZIATIVE

Domani mattina, alle 11, nei locali dell'assessorato comunale ai Mercati, di via Montepellegrino 4 (Mercato Ortrofrutticolo), l'assessore Franco Mineo, nel corso di una conferenza stampa, illustrerà le iniziative in cantiere per la lotta al caro vita e per garantire la trasparenza dei prezzi a tutela dei cittadini-consumatori.

--- fine newsletter ---

NOTA: Beninteso, e va da sè, che la pubblicazione di quanto sopra viene fatta solo per dovere di cronaca, e senza volere avanzare alcuna critica ad alcuno per quanto concerne le cause dell'attuale carovita.

martedì 13 novembre 2007

Il rosa e il nero in una sola foto.

Nell'immagine, ripresa da un particolare punto di vista da Giuseppe Scuderi, il nero è chiaramente in primo piano. Lo rappresentano le rovine delPalazzo Papè Valdina Oppezzinga di via Protonotaro, polverizzato dalle bombe del '43 e mai più risorto.
Il rosa è costituito dal fastigio dell'ex Chiesa di Santa Maria della Grotta che, con prospetto su Corso Vittorio, oggi è l'ingresso alla benemerita Biblioteca Regionale.Ubicata nell'ex Collegio Massimo dei Gesuiti e della cui storia, per molte ragioni, riteniamo che il maggiore esperto sia lo stesso autore della foto.

lunedì 12 novembre 2007

I Rangers palermitani non hanno potuto espugnare l'Isola delle Femmine


RANGERS-ISOLA DELLE FEMMINE 0-1
RANGERS: Graziano, Carramusa, Durante, Testagrossa (53’ Martino), Follari (73’ Corrao), Gnoffo, Monti, Renda, Agliuzza, Giammona (51’ Ales), Testa.
ISOLA: La Bua, Panzica, Fontanetta (71’ Scillufo), Pagano A., Bruno, Di Chiara, Calatabiano, Di Martino (66’ Davì), Caruso, Pagano C., Giammarinaro (81’ Mercadante).
ARBITRO: Tedesco di Marsala
RETE: 47’ Pagano A.
Palermo. Il campo del “Santa Cristina” ormai è diventato terra di conquista: dopo l’Atletico Alcamo questa volta è la forte squadra di Isola delle Femmine a portarsi a casa l’intera posta in palio. Dai Rangers ci si aspettava una prova d’orgoglio dopo le ultime deludenti apparizioni e, in effetti, la squadra di Giuseppe Ciminna per un tempo ha retto alla buona organizzazione degli ospiti; il crollo si è avuto nel finale, vuoi anche per alcune discutibili decisioni arbitrali. Ma andiamo con ordine. I padroni di casa si presentano subito concentrati all’appuntamento domenicale e lo si capisce subito dalla grande mole di lavoro che svolgono in avanti: sono pericolosi con Agliuzza che colpisce il palo in apertura, ma anche con Giammona e Testa che intravedono la porta, senza però pungere più di tanto. L’impegno non manca, ma ciò che manca forse è quella pedina capace di costruire e smistare palloni in avanti, un vero centrocampista di ruolo. Appena i rossoblu hanno abbassato un po’ la guardia, ecco che è venuta fuori tutta la furia degli ospiti, peraltro privi di due pedine fondamentali come Palazzolo e la punta Spataro. I ragazzi di Antonino Sansonini hanno giocato una buona partita: gioco sulle fasce, tante verticalizzazioni e hanno avuto in Claudio Pagano l’unico terminale offensivo delle proprie azioni. In chiusura di tempo sarebbero potuti passare in vantaggio, ma Bruno dopo aver superato il portiere Graziano e a porta praticamente libera ha calciato, clamorosamente, sulla traversa. Ma all’Isola delle Femmine sono bastati due minuti della ripresa per passare, grazie a un bel tiro di Alessandro Pagano che dai 20 metri non ha lasciato scampo al portiere di casa. La reazione dei Rangers è stata sterile, anche perché a questo punto a rendersi protagonista della partita è stato l’arbitro Tedesco di Marsala, che ha espulso tre giocatori rossoblu: prima Ales per gioco pericoloso, poi Corrao per fallo da ultimo uomo e infine, la papera clamorosa la commette con Renda, che di fatto non aveva commesso alcun fallo.
Andrea Giarrusso

Sergio Vespertino, il "Signor Vattelapesca".

In un suo pensoso e raffinato sberleffo tutto il rosa e il nero di questa città. Per lui ancora un "tutto esaurito" all'Agricantus.

domenica 11 novembre 2007

la vie en rose dei calciatori palermitani.


PALERMITANA-BOSCAIOLI 3-0 (SOSPESA)
PALERMITANA: Girgenti, Notaro, Mimì, Altieri, Dieli, Genova, Sorci, Adelfio, Guerrera, Di Maio, D’Alessandro.
BOSCAIOLI: Adragna, Hyes, Albanese, Biancorosso, Cammisa, De Vincenti, Indelicato.
ARBITRO: Brusca di Palermo.
RETI: 1’ D’Alessandro, 2’ Di Maio, 6’ Adelfio.
Palermo. È durata solo 8’ la partita tra la Palermitana Calcio e i marsalesi del Boscaioli. La squadra ospite che si è presentata al campo “Lo Monaco” con soli sette giocatori al 8’ ha pure perso per infortunio il portiere Adragna. A quel punto l’arbitro Brusca di Palermo ha fischiato anzitempo la fine dell’incontro per inferiorità numerica del Boscaioli e ha mandato tutti sotto la doccia. In quei pochi minuti di gioco i padroni di casa hanno siglato tre reti: autori delle marcature sono stati D’Alessandro, Di Maio e Adelfio. Quasi sicuramente verrà omologato questo risultato che serve a rimpinguare la classifica dei palermitani e a proiettarli verso zone più sicure.
Andrea Giarrusso
Naturalmente, viste le chiare vittorie degli atleti palermitani, quelli grandi e quelli un pochino più piccoli, ilrosaeilnero si compiace con tutti e augura ai più giovani di poter presto "calcare" - come direbbe l'ottimo Andrea - il prato del "Barbera" (sopra, il prospetto dello stadio nella foto di Lucio Forte). Auguri ovviamente da estendere anche ai coraggiosissimi Boscaioli presentatisi sul campo solo in sette. E poi finiti anzitempo sotto le docce.
Insomma meglio una doccia tiepida che una prevedibilmente più dolorosa grandinata di gol, almeno a giudicare dall'inizio.

sabato 10 novembre 2007

Tigran Hamasyan al Blue Brass.

In trio, con Giuseppe Costa al basso e Giuseppe Urso alla batteria,Tigran Hamasyan ha firmato ieri sera uno straordinario concerto. Nel corso di una "prima italiana assoluta" che lascia prevedere un futuro assai felice per il giovanissimo pianista armeno, vincitore negli States dell'ultima Thelonoious Monk Competition. Replica oggi e domani.

venerdì 9 novembre 2007

Nuova Okkupazione. Dal Municipio in via Alloro.


Gli storici senzacasa di via Mozambico, o almeno buona parte di essi, l'altro ieri avevano deciso di lasciare Sala delle Lapidi.
Dopo 17 giorni di occupazione, durante i quali il loro numero era aumentato di un'unità - con la nascita di Litterio Campofelice - avevano fatto le pulizie e con le valigie rifatte avevano accettato di andare a trascorere un mese in albergo.
Ma poi era successo che alcuni di loro, ( anch'essi presenti nell'aula consiliare, e cioè gli appartenenti alle famiglie del Comitato Lotta per la Casa "12 luglio") , non avevano accettato il prestabilito itinerario. E in via Alloro avevano occupato Palazzo La Rosa , altro stabile comunale, al cui portone avevano quindi attaccato i nuovi cartelli di "okkupato". Nelle foto di Lucio Forte, le pulizie a Sala delle Lapidi e il prospetto del palazzo La Rosa ,all'angolo del Vicolo della Neve all'Alloro.
Il virgolettato che segue è parte di una dichiarazione fatta in merito dal Sindaco Cammarata e messa on line dal noto blog cittadino "Rosalio":
«L’occupazione di Palazzo La Rosa che, per altro, è un importante bene monumentale appena recuperato e non è per nulla idoneo ad ospitare famiglie, è la diretta conseguenza dell’atteggiamento di tolleranza e di sostegno che certa parte della sinistra ha mostrato nei confronti dell’occupazione di Palazzo delle Aquile. E conferma che il rispetto delle regole e della legalità deve essere ottenuto con i fatti, prima che con le parole.».

giovedì 8 novembre 2007

La strage del pane e l'epigrafe sbagliata.

Della cosiddetta strage del pane, del 19 ottobre 1944, sanno qualcosa relativamente pochi palermitani.Ci riferiamo alle sue modalità effettive e soprattutto alle ragioni che la determinarono. Non si potè e forse non si volle accertare mai la matrice.La scarsa conoscenza dell'episodio può avere indotto in qualche errore l'estensore dell'epigrafe che tuttavia giustamente la Provincia ha fatto apporre nell'atrio di Palazzo Comitini. Il nobile edificio che a quel tempo era la sede della Prefettura e dell'Alto Commissario per la Sicilia, giusto in questa città di Palermo dove allora c'era anche la direzione dell'Amgot alleata.
L'epigrafe la ritengo parzialmente errata per due motivi. Anzitutto per quanto attiene al fatto che tutti gli uccisi chiedessero del lavoro. Tra le vittime di cui alla lapide ci fu un bambino di 9 anni e due di 12. I quali perciò non erano certo in condizioni di poter chiedere un lavoro al governo del maresciallo Badoglio. Ma errata ancora di più perchè tra le vittime indicate dalla lapide - secondo quello che ha fatto pubblicare tempo addietro la scuola media "Piazzi", allora ubicata in Via Maqueda , a pochi passi dalla Prefettura - ci furono di sicuro alcuni degli studenti della scuola stessa e che lavoro di certo non chiedevano. Poveri ragazzini che pare fossero stati licenziati dalla scuola, quel 19 ottobre del 1944 ,intorno alle dodici del mattino e che quindi si trovavano solo per un caso sul posto in cui a quell'ora furono uccisi.Verisimilmente, solo dalle bombe e dal piombo dei soldati della Sabauda accorsi sul posto dalla Caserma "Scianna" di Corso Calatafimi.
L'altro errore riguarda il numero delle vittime. Un errore confutabile però non ufficialmente o con prove sicuramente tangibili. Nel senso che secondo gli storici e i pubblicisti che si sono occupati della strage le vittime sarebbero state, con moltissima probabilità, tra 80 e 90. Cioè ben più delle 24 di cui alla lapide.Come, peraltro e verisimilmente, fa ritenere il lunghissimo elenco dei feriti pubblicato dalla stampa. Feriti che da subito, nei vari ospedali cittadini furono refertati in condizioni gravissime. Prova ne sia che l'elenco delle 16 vittime indicate dal Giornale di Sicilia del 20 ottobre '44 crebbe prestissimo fino al numero dei palermitani inermi inciso nella lapide che ho fotografato a Palazzo Comitini.Molti dei feriti, dimessi moribondi dagli ospedali, sarebbero poi morti nelle proprie abitazioni senza che i parenti lo facessero sapere ufficialmente.
Mentre è risaputo che molti dei feriti meno gravi non si fecero neppure refertare per paura di dare le proprie generalità e di potere essere annoverati tra i "facinorosi" che avevano fatto intervenire l'esercito. Uno di questi feriti fu un mio parente che portò per sempre nelle carni alcune schegge delle bombe a mano a preframmentazione lanciate da molti dei militari , casualmente tutti sardi, che parteciparono all'operazione. Scrivo "da molti" e non da tutti perchè almeno uno di quei militari, in occasione del cinquantesimo anniversario della strage, ha fatto pubblicamente sapere di aver riconsegnato all'armiere della "Scianna" - come da verbale - sia le due bombe in mano ricevute in dotazione sia, intatti, i due caricatori di proiettili per il suo moschetto '91.

Lucio Forte

mercoledì 7 novembre 2007

Windows 2007

Come in una folle matrioska del degrado, si susseguono all'infinito le finestre della Chimica Arenella. All'inizio del secolo scorso l'impianto era , nel mondo, il maggior produttore del più pregiato acido citrico.

martedì 6 novembre 2007

L'Omaggio. Palermo tu. Metà Champs Elisèes, metà Beirut

L'anziana suora tutta vestita d'azzurro, con il suo gran mazzo di fiori e i piedi nudi nei sandali che il suo Ordine le prescrive di portare, l'ho scorta stamattina sul marciapiede davanti a Villa Bonanno.E guardandola non ho potuto fare a meno di ricordare la città dalle eterne contraddizioni che fece scrivere a Salvo Licata una delle sue canzoni più struggenti.Quella "Palermo Tu" che egli dedicò alla Palermo di Bambulè e del Rangutanu. Alla città in cui, per alcuni, la vita degli altri vale meno di niente ma dove invece ci sono stati e forse ci sono ancora "Alcuni Altri" pronti a rischiare la propria vita per il riscatto comune.
Così Licata drammaturgo, ma forse soprattutto da poeta della città degli ultimi, tali contrasti li evidenziò all'inizio di "PalermoTu", accennando alla città natale proprio come "Metà Champs Elysèes e metà Beirut".
Per la stessa contrapposizione di bene e male che inevitabilmente mi è parso di cogliere stamattina in corso Vittorio dal finestrino dell'auto. Attraverso il quale ho ripreso la suora azzurra e i suoi fiori, giusto davanti alle stesse palme innanzi alle quali, 24 ore prima, un palermitano anonimo aveva sventolato il suo"Grazie" alla Squadra Mobile.
Ed è forse anche per questo che i fiori dell'anonima figurina in azzurro oggi mi piacerebbe immaginarli come un corale pubblico omaggio dei palermitani onesti alle vittime d'ogni ingiustizia.

Lucio Forte

lunedì 5 novembre 2007

Pereunt et imputantur.

Sull'attuale facciata del Municipio che da un paio di settimane è occupato dai senzacasa, sotto l'orologio disegnato dall'architetto Damiani Almeyda, un'epigrafe in latino avverte che i giorni costituiti dalle ore che passano ci vengono messi in conto.
Ora quel verso di Marziale, considerata la foto scattata ieri, può far sorgere il dubbio sui soggetti cui si metteranno in conto questi ultimi giorni.
L'Unione Europea o la Nazione tutta? Momentaneamente e certo casualmente, forse in riparazione o da sostituire, mancava il vessillo giallo e rosso del Comune.

domenica 4 novembre 2007

Fiocco azzurro per la mamma senzacasa dal volto di bambina.


I bambini dei senza casa accampati da due settimane a Palazzo delle Aquile da ieri sono diventati trenta.
Emanuela Campofelice ha dato alla luce un maschietto che momentaneamente ha come tetto di casa quello di un Ospedale. Poi, quando la madre verrà dimessa, il neonato inizierà forse e non si sa per quanto la sua vita di piccolo palermitano nello stesso Palazzo nel quale per secoli si sono decisi, nel bene e nel male, i destini della città.

Il padre del neonato, Orazio, un gigante di quasi due metri, dal sorriso gentile e rassegnato, il 24 ottobre mi aveva chiesto di ritrarlo con la moglie e con il loro primo bambino. Poi, nel guardare le foto al computer le emozioni che avevo provato entrando nell'aula consiliare occupata mi si raddoppiarono.Sullo schermo, i grandi occhi malinconici della signora Emanuela ( v. foto ) rendevano materialmente tangibile la disperazione d'una giovane madre che dal 2004, dal tempo dello sfratto dalle case di via Mozambico, non era più riuscita a trovare una casa da cristiani per la sua famigliola di tre persone.

Quel 24 ottobre scorso, mezz'ora dopo averla fotografata nell'aula consiliare, Emanuela la ripresi nell'ambulanza che l'avrebbe portata al Civico per accertamenti clinici sul suo stato di gravidanza che aveva quasi raggiunto i nove mesi.

Ma il suo caso avevo continuato a seguirlo tornando a parlare più volte con gli altri suoi compagni e concittadini sfrattati. Finchè sepppi del parto trovando sulla cancellata della fontana un fiocco azzurro e la "partecipazione" che a piazza Pretoria annunciava la nascita di Litterio Campofelice, cittadino palermitano da due giorni e nel cui futuro pare che ci sia un container di via Messina Montagne, alla periferia di Villabate. In un campo profughi peraltro non ancora agibile e allestito dalla Protezione Civile per provvisori ricoveri in caso di calamità naturali. Da "La Repubblica" ho appreso che l'augurio più recente che Emanuela fa a sè e al suo nuovo bambino è l'eventualità di una permanenza in ospedale più lunga possibile.

Sul giornale c'è anche una grande foto dei due genitori e del neonato.

Il padre sorride, con quel sorriso che ormai e purtroppo gli conosco bene, ed ha indosso la stessa maglietta arancione che aveva il 24 ottobre. Immagine ancora più struggente se paragonata con quella che ritrae i due ragazzi Campofelice, senza casa ma già con un bambino di nemmeno due anni, in via Mozambico nel 2004. Accanto ai frammenti delle porte delle abitazioni di un palazzo alveare, dal quale erano stati fatti sloggiare con ferma decisione e che ancora una volta era destinato ad altri.

Lucio Forte

sabato 3 novembre 2007

Quando in città si fa sul serio.

Si mormora - ma è notizia metropolitana non ancora ufficialmente confermata - che nel quartiere un folto gruppo di radicali bipartisan, e perciò di altrettanti e opposti colori estremi, stia raccogliendo le firme necessarie per il varo di un ulteriore comma del relativo articolo del codice della strada . Norma di iniziativa popolare che arriverebbe a prevedere in + altre misure repressive. Quali gli arresti domiciliari o,in alternativa e in caso di sincero pentimento, l'affidamento ai servizi sociali.Intanto si consiglia di legge bene, ingrandendolo opportunamente, il già abbastanza rigoroso cartello.

venerdì 2 novembre 2007

Talè chi mi misiru i morti.

Non sono più i completi da cow boy, con tanto di Stetson e cinturone dalle doppie pistole, i "regali dei morti" più ambiti dai ragazzini palermitani.E per fortuna, di sicuro un buon segno, nemmeno le fedeli riproduzioni di pistole automatiche, mitra e kalashnikov.
Il massimo dei desideri d'oggi - per un risveglio assai speciale, la mattina del due novembre - è rappresentato dal dono di una mini moto.Piccoli veicoli (nella foto di l.f.) capaci di raggiungere velocità pericolose e incredibili.
Qualcuno - il solito guastafeste? - le ha definite "armi che sparano in dentro e in fuori". Con chiara allusione al danno che può procurare una inappropriata gestione di tali particolari giocattoli. Nei confronti, cioè,dello stesso mini emulo di Valentino Rossi e di qualche malcapitato anziano del quartiere poco guardingo nell'attraversare la strada.
Comunque sia, buona festa per tutti!

giovedì 1 novembre 2007

Halloween. Il soprannaturale d'importazione.

Halloween.Termine composito – lo precisiamo per i pochi che ancora non lo sanno – costituito da Eve of All Hallows e che in italiano vuol dire “Vigilia di Tutti i Santi”. Tradizione assolutamente speciale che, dopo essere passata dall'Europa negli Usa, ha riattraversato l‘Atlantico portandosi dietro un incredibile corteo di figure e maschere spaventose precedute dalla zucca scavata e illuminata di Jack o’ the Lantern. Festa con parecchie e fondamentali differenze rispetto a quella di Ognissanti, per così dire sua vicina di casa, e a quella tutta siciliana e palermitana legata a suo particolar modo al due di novembre, il giorno che la chiesa cattolica dedica alla commemorazione dei defunti. Anzitutto perchè Halloween cominciò a celebrarsi in tempi remoti quando il primo di novembre era il capodanno celtico,tra l’ultimo giorno d’ottobre e la cristiana festa di Ognissanti. Una notte magica per descrivere la quale occorrerebbero molte pagine e della quale possiamo qui sottolineare solo l’essenziale differenza con la nostra festa dei defunti. Dato che i terrificanti volti dipinti e imbrattati per Halloween e i suoi costumi appositamente laidi e mostruosi vogliono essenzialmente – e al contrario che da noi palermitani - tener lontane le anime dei trapassati che in tale notte vorrebbero incarnarsi nei corpi dei sopravissuti che simile “coabitazione” rifiutano recisamente. Mentre non si possono chiudere queste righe senza dedicarne qualcuna proprio a Jackie O’, il più popolare protagonista dell’esotica notte da tregenda. Un’anima in pena che osò sfidare il diavolo e che, da morto, non lo vollero né in paradiso né all’inferno. Un astuto bevitore e fannullone del folklore irlandese al quale, proprio la notte di un Halloween che si perse in fondo al tempo, il Diavolo si presentò per rubargli l’anima. Tentativo frustrato dal simpatico beone che riuscì a intrappolare su un albero lo stesso Lucifero. Beffa della quale quest’ultimo tenne conto quando all’ingresso del suo regno si presentò Jack cui non si erano certo spalancati i cancelli di San Pietro. Un peccatore magari simpatico allo stesso demonio il quale ebbe la generosità di regalargli un tizzone infernale acceso che gli illuminasse le vie di un tenebroso limbo. Una specie di fiaccola che Jackie, per farla durare più a lungo, collocò dentro una zucca nera e rossastra, con i colori dell’autunno, svuotata e intagliata. Dagli stessi lineamenti mostruosi che i ragazzini di tutto il mondo continuano a incidere. Prima d’avviarsi, almeno per una notte, lungo gli stessi sentieri che il celebre peccatore con in mano una lanterna sempre meno luminosa fu condannato a percorrere per l’eternità. Mascherati da far paura e simbolicamente disposti a giocare tiri mancini - dirty tricks - a chiunque ma, forse e specialmente, a tutti gli uomini demoni del nostro tempo. A quelli annidati in fondo alle macerie di Ground Zero e a quanti alla mazza di Caino hanno sostituito “le meridiane di fuoco” e le bombe di chirurgie che non guariscono. Rimedi ai quali, forse, non avrebbe fatto ricorso nemmeno il beffato diavolo tentatore del vecchio e mai dimenticato Jackie O’.