martedì 15 settembre 2009

UNDICESIMO COMANDAMENTO


Autolavaggio, Palermo
(Giuseppe Scuderi)

martedì 8 settembre 2009

C'ERA UNA VOLTA UNA PALMA...


Da qualche giorno una trivella campeggia nell’area Quaroni: si è dunque riavviato il cantiere “conoscitivo” propedeutico all’eventuale avvio della costruzione su cui tanto e tanti hanno scritto. Non campeggia più la palma, già per decenni al centro dell’area, poi “spostata” ai margini per avviare il cantiere, e oggi del tutto rinsecchita. Mi tornano così in mente le parole di Henri Bresc, nel suo testo I giardini di Palermo (1290–1460), quando parla del giardino “intus urbem”, dei tanti piccoli giardini nei pressi dei palazzi nobiliari, del “giardino palermitano che è un’impresa che richiede capitali, mano d’opera qualificata e un’economia rigorosa sul piano organizzativo. I coltivatori qualificati, i giardinieri, sono spesso nuovi immigrati… sono i greci della Romania, gli schiavi musulmani; alcuni vengono dalla Lombardia, altri da Roma”. O di Mario Pintagro (ne I monumenti della natura) che ricorda come “a metà del '700, si cominciano ad alberare i grandi stradoni suburbani… E i vecchi baluardi… tornano a vestirsi di verde…nascono così i giardini pensili allo Spasimo, a Porta Guccia, al bastione San Pietro al Palazzo Reale, al bastione d'Aragona al Capo, dove addirittura sorge il primo orto botanico”. O ancora, aggiungo io, la presenza dei “giardini” nei cortili dei grandi complessi conventuali, come quello del Collegio Massimo dei Gesuiti (oggi grande atrio del Convitto Nazionale), dove si produceva quanto necessario ad una comunità di un centinaio di persone. Il giardino è sempre stato sinonimo di civiltà, di rispetto della natura e con essa dell’uomo che ne è parte: forse proprio per questo oggi, purtroppo, gli si preferisce il cemento.
Giuseppe Scuderi

giovedì 3 settembre 2009

SCIENZA DELLA COMUNICAZIONE


Più chiaro di così...
(Grazie a Gigliola Siragusa per la fotografia)