venerdì 27 marzo 2009

Vorrei dirti,caro Lucio,quanto tu sia presente,seppure da ..qualche altra parte,e continuando a pubblicare la seconda e la terza parte del mio articolo sul Marocco,sento di averti vicino ,anche se non ci sei più con i tuoi commenti,le foto e le accurate scansioni che completavano quanto scrivevo.Grazie


MAROCCO*parte terza*


Di Augusta Modica

La guida marocchina continuava a parlarmi dei grandi cambiamenti del suo paese,attuati e promossi da un giovane re,colto e per di più amante della tradizione e del progresso;felice combinazione che accetta il nuovo senza escludere il passato,le origini,la storia.Spiegò un giornale,scritto in francese,dicendomi:”Ecco questo è il sovrano Mohamed VI”.Vidi il volto ambrato di un uomo sui quarant’anni con una espressione attenta e seria.Leggendo l’articolo che accompagnava la foto,mi sembrò di scorrere le pagine delle “Mille e una Notte”perché,come in quel libro,ogni volta che si nominava il re,venivano scritte le frasi augurali:”..che Allah lo conservi”oppure “che Allah gli dia salute e vita”etc..
Il giorno dopo presi parte ad una gita che doveva portarmi a Chaouen,il pullman attraversava campagne coltivate e vasti tratti con una vegetazione molto simile a quella mediterranea e poi tante palme,di diverse specie,non funestate dal ‘punteruolo rosso’,si fermò su una collina ,dove in un lussuoso albergo con una magnifica vista, ci fermammo per bere qualcosa e trovammo la guida del posto,che ci accolse con cordialità e molta cortesia.Mentre ero al bar,per bere il mio caffè,vidi in un grande salone,vicino la hall,sdraiati sui divani,disposti lungo le pareti,un gruppo di uomini alti e robusti,vestiti con i “djellaba” molto eleganti e di buon taglio,parlavano tra di loro con voci forti ma senza gridare,si vedeva che erano lì per un convegno o un seminario.Di nuovo,osservandoli,entrai in conflitto con le mie idee e il mio modo di essere.Apparivano sicuri,virili,forse leggermente arroganti e certamente molto presi dal loro mondo maschile ed esclusivo,non potevo fare a meno di guardarli con una punta di ammirazione e di paragonarli con gli uomini europei talvolta incerti,nevrotici,insicuri,la cui virilità,messa a dura prova,vacilla a causa di donne….che, come me, ambiscono ad una giusta uguaglianza,certamente pagata con il suo doveroso prezzo!
Con le due guide,ci inoltrammo lungo un sentiero che portava a Chaouen,una città..come dire, una porta che si spalanca,accendendo curiosità e cambiandoti,perché non si può rimanere non toccati e quelli di prima dopo essere stati a Chaouen.Nella Medina,le strade,strettissime, come vicoli e le case,ad un piano o a due, spesso unite da archi con intarsi, colori di tutte le variazioni del blù;dal cobalto al celeste che si scolorivano sino ad avvicinarsi al bianco, e dappertutto scivolavano uomini,donne, bambini che passavano senza urtarti o toccarti.Appoggiate ai muri,sedute a gambe incrociate, si vedevano donne con grandi cappelli a ponpon e stoffe di cotone a righe annodate in vita che vendevano erbe aromatiche come rosmarino e menta profumatissima, disposte in grandi ceste di vimini:Dalle botteghe artigianali che vendevano ceramiche,abiti,gioielli,tappeti,sfuggivano odori speziati che si mescolavano agli aromi delle erbe,talmente acuti ed inebrianti che ti sembrava di camminare come in un sogno!All’improvviso sentii una voce acuta e girando l’angolo della strada vidi un mendicante con le stampelle e un turbante,un occhio privo di vista che faceva saltare tra le mani una ciotola con delle monete,chiedendo la carità ai passanti :“..per amore di Allah!”implorava.
La guida marocchina,sorrideva vedendo il mio rapimento e sentendo la mia emozione;conosceva gli occidentali,mi disse che la religione era un modo di vivere,di mangiare,di costruire,di creare e che c’erano gruppi di uomini e donne che si riunivano per parlare dello spirito,dell’anima.Da tanto tempo non pensavo “all’anima”avevo quasi perso il ricordo del significato di questa parola che mi colpì nuovamente con forza facendomi sentire che il pensiero poteva ripercorrere i percorsi filosofici e culturali che la riguardavano.Smarrita tra queste sensazioni,mi accorsi che eravamo arrivati nel luogo(non riesco a chiamarlo ristorante)dove avremmo pranzato,con lunghe tavole e panche e cibi fumanti serviti in un piatto chiamato “Tagin”con coperchio di terracotta a forma di piramide.Ci servirono il tè in bicchieri con foglie di menta e potei,così tirare il fiato e scendere sulla terra.Dopo il pranzo girammo per i negozi di tappeti e arazzi di tutte le grandezze e di tanti colori e dappertutto,guardandomi dicevano,come il mio amico Lucio Forte:”Ah.. les yeux verts..!”Devo dire che in un paese dove tutti hanno gli occhi scuri,i miei occhi chiari hanno riscosso un lusinghiero successo!
Mentre i miei compagni preferivano sostare all’ombra,seduti ai tavolini per bere e riposare,seguii la guida verso la Source de Ras el-Ma, una sorgente che forma una cascata che finisce nel fiume Laou ,e di nuovo,camminando lungo le sponde erbose,alzando lo sguardo verso la riva opposta,mi stropicciai gli occhi perché non riuscivo a credere a quello che vedevo;c’erano delle donne che lavavano, nelle acque del fiume, tappeti e coperte,strofinandoli di sapone con delle spazzole e,poi,distendendoli sull’erba ad asciugare.Erano così intente al loro lavoro che non fecero caso alla mia presenza e ai miei sguardi e si notavano l’abilità e la destrezza con la quale eseguivano il loro compito,sembrava che non sentissero la fatica,tanto i loro movimenti erano aggraziati e leggeri.”Mi ricorda il mio villaggio,anche mia madre lava i tappeti nel fiume”disse il mio compagno,guidandomi nuovamente verso la Medina.Era pomeriggio inoltrato,la luce si faceva dolce disfacendosi nell’aria,ripercorrendo le strette vie vidi,d’un tratto una figura che spiccava nella folla perché era tutta vestita di veli neri,lunghi sino a terra e sul capo portava un cappello alto,senza falde,con un velo che copriva tutto il volto senza lasciare aperture per gli occhi,”E’ una donna,talune appartengono a famiglie con una tradizione fortemente integralista”disse la guida,ma io notai che il corpo era stretto e magro e che camminava con una scioltezza e una padronanza poco femminile.Nei pochi secondi che questa apparizione rimase nel mio campo visivo,lasciando una traccia indelebile nel mio ricordo,pensai che si muoveva,non tra la folla,ma come fosse al di fuori dominando tutti noi.In qualche modo la sto ancora ….seguendo!

domenica 22 marzo 2009

Dal Marocco con Stupore
*seconda parte*
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di Augusta Modica



Non c’erano solo gabbiani ma anche grandi uccelli,simili agli aironi,con ampie ali chiare orlate di nero che volavano molto in alto al di sopra degli alberi del parco, vicinissimo alla spiaggia. Camminavo lentamente e guardando l’orizzonte,ne percepivo una linea pochissimo curva,differente da quella del mare,inoltrandomi sulla battigia fui attratta da un gruppo variopinto:tre cammelli,due grandi e uno piccolo,quest’ultimo con un pelo fitto tutto a riccioli sui fianchi e sulla schiena .Accoccolati vicino ,c’erano i cammellieri,vestiti di tutto punto,con cappelli ornati di strisce colorate e campanelli e secchi ,con le palette per raccogliere gli escrementi .Mi strofinai gli occhi perché l’essere bambino che ho dentro cominciò a strillare per la gioia,incantata mi avvicinai per guardare;avevano gualdrappe a colori vivaci sui dorsi e i musi avvolti in reticelle,tranne il piccolo che masticava girando elegantemente la testa,socchiudendo i grandi occhi scuri orlati da lunghissime ciglia. Non potei resistere,mi avvicinai e allungai una mano per fargli una carezza sul muso,ma…il piccolo arricciò il labbro,schiudendo di scatto i denti per darmi un morso,spaventata balzai indietro,battendo,poco elegantemente,il sedere sulla sabbia tra le risate divertite dei cammellieri!Strofinandomi la parte dolorante mi avviai verso la zona ristoranti che per fortuna(amo camminare)era molto lontana.I sentieri si srotolavano davanti a me tra tappeti di erba bagnata di rugiada,alberi e aiuole con farfalle che confondevano le loro ali con i petali dei fiori.L’aria era sempre molto pungente e il profumo dell’erba,tagliata di recente saliva alle narici,ricordandomi risvegli in fredde mattine durante i miei soggiorni in Inghilterra….!Mi informarono,più tardi,che la parte a nord del Marocco,nel mese di luglio,ha di queste giornate velate con appena un accenno di nebbia e..brividi!
Tangeri mi aspettava e così mi affrettai a salire sul pullman dove c’era la guida,un marocchino vestito con il costume nazionale che portava con disinvoltura e che gli stava a meraviglia.Alla luce del giorno potevo vedere la strada statale larga e bianca, lungo i bordi, aiuole e alberi,dove giardinieri,uomini e donne,con i vestiti ben abbottonati e cappelli a larghe tese,zappavano sarchiavano,curavano le piante,tutti concentrati sul loro lavoro,senza alzare la testa per guardare chi passava.Che differenza con la volgarità e l’arroganza degli operai,intenti svogliatamente a sistemare strade o marciapiedi nella mia città,con la sigaretta in bocca,il sudore che scorre sui dorsi nudi e le pance enormi e arrossate esibite senza vergogna da giovani e anche da vecchi.Ricordo che l’estate scorsa,lungo il Viale della Libertà,vicino la Banca dove ho il conto,di fronte il Giardino Inglese,c’erano un gruppo di muratori,intenti al loro lavoro(si fa per dire!)rispondenti alla mia descrizione e che ai miei sguardi di disapprovazione,rispondevano con occhiate impudenti e alzate di spalle!
La città,non molto grande,mostrava un aspetto moderno,con le strade senza cartacce o sporcizia,non c’erano mendicanti e le persone avevano un aspetto lindo e pulito,fui affascinata dalle donne;molte, anche giovani, portavano il velo in testa e anche i jeans.Questo contrasto era molto particolare e poi il velo era accomodato con grazia e con tanta abilità che non si spostava minimamente, e incorniciava i volti accentuando la bellezza degli occhi scuri.Alcune donne di età portavano il “djellaba”, un caftano lungo sino ai piedi,con le maniche ai polsi,le stoffe,morbide,accompagnavano i movimenti del corpo,regalando una andatura sciolta ed elegante.Due o tre signore che facevano parte del mio gruppo,avevano magliette di cotone che non riuscivano a dissimulare i rotoli di grasso alla vita e bermuda che,ahimè, facevano vedere cellulite e vene varicose,e per completare, cappelli da ragazzo con visiera per ripararsi dal sole!Dal punto di vista estetico non si poteva esitare a scegliere le signore marocchine e poi,guardando i loro abiti,si notavano le stoffe leggere e fresche che favorendo il movimento e,non aderendo al corpo,lasciavano passare l’aria e,probabilmente erano molto più comodi degli abbigliamenti “casual” di noi europei.
Molto incuriosita,rivolsi molte domande alla guida sul “velo”e sui rapporti tra uomini e donne.Lui parlò a lungo descrivendo una dimensione di vita,che non potevo condividere,ma che mi faceva intravedere un mondo in cui ogni gesto acquista un significato quasi arcano e denso di mistero.”La moglie mostra la sua bellezza solo al marito”mi disse e difatti non si spogliano quando sono al mare e rimangono vestite sulla spiaggia,bagnandosi soltanto in spiagge molto isolate e lontane da occhi indiscreti.
Certamente questi costumi appaiono lontanissimi dal nostro modo di vivere e il mio “spirito guerriero”che,sempre si è ribellato a qualsivoglia costrizione si rivolterebbe se dovesse sottostare a tali prevaricazioni.Ma…ma..Soffro di fantasia!Alle parole del marocchino, scivolarono nella mia mente una sequenza di immagini di uno smagliante erotismo, da trattenere il respiro e battere velocemente il cuore!Vedevo una serie di stanze senza mobili,con tappeti e cuscini sui pavimenti,un uomo accoccolato a gambe incrociate ed una donna che lentamente avanzava, scoprendosi di tutti gli indumenti ,lasciandoli cadere con ampi gesti lungo il cammino,senza ostentazione o provocazione,come inconsapevole di se non nell’attrazione provata, e il velo che si toglie dalla testa,scuotendo i lunghi capelli è,finalmente,come un segnale per l’uomo che si alza per ghermirla in un amplesso che sembra una violenza ma….non lo è!

venerdì 6 marzo 2009

CIAO LUCIO


Ciao Lucio. Ci rivedremo, prima o poi, ci rivedremo anime sorridenti, o spiriti allegri. Continueremo a scriverti, anche qui, nel tuo blog, oggi senza "rosa".
Un abbraccio, Giuseppe e tutti i tuoi amici